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In occasione del Festival Alta Felicità, che anche quest’anno si terrà nella splendida cornice della borgata 8 dicembre a Venaus dal 26 al 28 luglio, il Movimento No Tav scenderà di nuovo per le strade ed i sentieri della Valsusa. Fin dalle prime edizioni è stato un appuntamento fondamentale nella lotta contro la linea ad alta velocità Torino – Lione.
In quest’ultimo anno il sistema Tav non ha fermato la sua vorace corsa alla devastazione del territorio. Infatti, abbiamo visto portare avanti l’allargamento del cantiere di San Didero e la messa in moto di quello di Salbertrand. Sono anche iniziati i lavori propedeutici alla costruzione dello svincolo della Maddalena e, nel Comune di Susa, sono arrivate le prime notifiche di esproprio di case e terreni a San Giuliano. Il Movimento No Tav in quest’anno di ulteriori attacchi ad una Valle già devastata, ha continuato a lottare “alla moda nostra”. A chi vuole perpetuare questo sistema, in barba a un’opposizione di oltre trent’anni e a un panorama generale in cui vi sono sempre meno intenzioni di effettuare l’opera, la determinazione valsusina e la gioia di tutte le persone che si sentono di appartenere a questa Valle sono state una risposta importante.
Durante questo anno si sono susseguiti, infatti, molteplici momenti di mobilitazione: dal recente campeggio di lotta, alla partecipazione alle manifestazioni contro il G7 Clima Ambiente e Energia di Venaria, i cortei del 15 giugno contro la mafia di Sitaf e del 22 giugno in collaborazione con i comitati No Tav francesi. Sono state molte anche le iniziative nate dai comitati e dalle assemblee territoriali sorti negli ultimi mesi: ad esempio la lotta contro Acsel e il progetto di trasformare la discarica di Mattie in un deposito di amianto, la difesa dei platani nel Comune di Bussoleno, sino al lavoro di ricerca sull’inquinamento dell’acqua a causa dei Pfas.
È ormai chiaro che non è solo attraverso il Tav che la Valsusa è stata designata da chi guida questo Paese come zona di sacrificio e come semplice corridoio di passaggio. Ma è altrettanto chiaro che questa Valle, i suoi abitanti e chi guarda a questo territorio come un esempio di costanza e solidità, non può e non vuole accettare supinamente che questo avvenga senza ostacoli. L’indicazione del Movimento No Tav è cristallina nel caos attuale: chi abita i territori deve poter decidere su di essi, rifiutando le imposizioni dall’alto di opere e progetti inutili, dannosi per la salute, utili soltanto al profitto di pochi. È fondamentale, oggi più che mai, continuare a costruire lotte capaci di opporsi a questa tendenza generale che, dall’Europa al nostro governo attraverso il PNRR e i dettami di una falsa transizione ecologica ed energetica, impone sfruttamento calpestando i diritti fondamentali. Essere No Tav significa essere contro la guerra, contro la scelta dei governi di destinare i pochi soldi a disposizione alla produzione di armi sostenendo gli scenari bellici in corso. Significa guardare alle lotte internazionaliste, in particolare alla resistenza palestinese, come una possibilità di liberazione per tutti e tutte. No Tav, oggi come allora, non significa essere soltanto contro un treno: il Movimento No Tav dimostra che marciare insieme è l’espressione di una forza collettiva capace di rendere concreta un’altra idea di società, basata su legami di solidarietà, sulla salvaguardia dell’ambiente, sulla possibilità di scegliere per la tutela della nostra salute e dei nostri territori.
Sabato 27 luglio marceremo di nuovo contro la devastazione e lo sfruttamento, contro le guerre e il genocidio in Palestina, contro le mafie che con i loro tentacoli soffocano i nostri territori, contro un sistema di sviluppo avariato e mortifero. Marceremo per la difesa della nostra Valle e per la tutela del Pianeta tutto, per conquistarci un futuro dignitoso per noi e per le generazioni che verranno!